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Fiscalità e Terzo Settore: il via libera dall'Unione Europea


Terzo Settore fisco

A cura della Segreteria L'Unione Europea ha finalmente dato il via libera alle nuove disposizioni fiscali previste dalla riforma del Terzo settore (come previste dal titolo X D.lgs 117/2017 ed, in parte, già operative).


L’annuncio è stato fatto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, confermando così la conclusione del processo di autorizzazione o, meglio, di presa d'atto, da parte della Commissione europea. Quest'ultima ha attestato la piena conformità delle nuove norme alla regolamentazione sugli aiuti di Stato.


Questo risultato rappresenta un passo significativo per il Terzo settore, aprendo la strada a un cambiamento rilevante nel panorama fiscale italiano ed europeo per le organizzazioni non profit e l'economia sociale.


Finora, il settore ha spesso dovuto confrontarsi con normative fiscali frammentarie e interventi correttivi d’emergenza, spesso dettati dalle numerose procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia. Tra i casi più emblematici, si ricordano le recenti modifiche al regime IVA per le associazioni e la questione legata all’Ici/Imu.


«Dal 1° gennaio 2026 - ha spiegato Maria Teresa Bellucci, vice ministro del Lavoro con delega al Terzo Settore - entrerà finalmente in vigore un regime fiscale ad hoc che prevede, tra le altre cose, la defiscalizzazione degli utili destinati allo svolgimento dell’attività statutaria o all’incremento del patrimonio. Inoltre, saranno introdotti specifici incentivi per gli investitori, ampliando le opportunità di finanziamento per gli enti del Terzo Settore. Tra le novità più significative, ricordo l’introduzione di nuovi strumenti di finanza sociale, come i titoli di solidarietà, che garantiranno agli investitori il medesimo trattamento fiscale riservato ai titoli di Stato, con l’applicazione dell’aliquota del 12,5 per cento».


«La Commissione Europea, quindi, stante le caratteristiche e unicità del Terzo Settore italiano e quanto rappresentato ampiamente dal nostro Governo, constata che le agevolazioni fiscali degli enti del terzo settore non si configurano come aiuti di Stato, poiché perseguono attività di interesse generale con finalità di pubblica utilità. Questo non solo rafforza il ruolo del Terzo Settore, ma è anche un chiaro riconoscimento dell’inestimabile valore del lavoro di questi enti, milioni di donne e uomini che animano il mondo della solidarietà sociale in Italia», ha aggiunto il vice ministro, Bellucci.



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